BISCOTTI
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Dopo il 6 gennaio 1221.
Il 6 gennaio 1221 gli abitanti di Castel di Imola accettano di abbandonare il
castello, che verrà raso al suolo nel 1222, e di trasferirsi in città. La mediazione
è opera di Mainardino degli Aldighieri, l'allora vescovo, filoimperiale
e benvoluto da una grande parte della popolazione, in odore di essere eletto
podestà per la seconda volta.
C'è però la parte guelfa degli abitanti di Imola che vorrebbe evitare questa
seconda doppia carica e trama per sfruttare la situazione a proprio
vantaggio, per far eleggere podestà Baraccante Ugolini, il loro prediletto.
Il piano dovrebbe essere portato a termine un giorno in cui Mainardino degli Aldighieri
si reca presso Castel d'Imola, a tarda sera, per completare i dettagli dell'accordo
di resa pacifica. Un mezzo brigante al soldo guelfo, tal Gandolfo da Tossignano,
con la sua banda, si accorda con uomini della stessa pasta di Castel d'Imola,
per fare un agguato a Mainardino quando questi attraverserà il guado delle
Lastre. L'idea è quella di farlo fuggire, se non ucciderlo, dando la colpa a
Castel d'Imola, in modo da provocare una reazione violenta e dimostrare
l'inconsistenza dell'approccio pacifico di Mainardino.
I personaggi verranno coinvolti perché a Gandolfo arriva un aiuto da parte dei bolognesi,
interessati alla vittoria della fazione guelfa, sotto forma di un anello magico in grado di
produrre ondate d'acqua (ReAq 30, solleva un'onda d'acqua in grado di travolgere le persone, una volta al giorno).
L'anello faceva parte di una serie di oggetti mistici posseduti da alcuni nobili bolognesi,
che da sempre sono sotto osservazione da parte dell'Ordine. Quando dal covenant di Literatus
vengono a sapere che un anello è stato portato fuori dalla torre fortificata in cui gli oggetti
vengono conservati, diretto ad Imola, mandano un Redcap ad avvertire i magi imolesi.
Il Redcap della zona arriverà al covenant e avvertirà che un messo inviato da alcuni bolognesi
è arrivato a Imola con l'anello, e che l'ordine vorrebbe recuperarlo. Cercando informazioni
sul messo si potrà scoprire che è arrivato a Imola e ha alloggiato in città. Gli dovrà arrivare
voce che l'uomo esce dalla città e si reca presso una osteria poco a sud di Imola, lungo il canale.
Qui è radunata la banda dei castristi di Gandolfo, in procinto di andare all'agguato,
utilizzando le insegne di Castel d'Imola. Quando arriveranno alla locanda il messo sarà ormai solo.
Se interrogato dirà che non sa nulla, ma si scoprirà senza fatica che Gandolfo con la sua banda
è partito verso Castel d'Imola.
I personaggi dovrebbero quindi partire e seguire le tracce dei briganti, che
non dovrebbero essere difficili da trovare. I briganti sono arrivati sulla strada
che esce dai Imola, ma qui hanno incontrato alcune guardie, che fanno
d'avanguardia per la venuta di Mainardino, e hanno ho cambiato strada. Ciò
che accadrà dopo dipenderà dalle azioni dei personaggi: potrebbero tentare di
capire perché ci sono le guardie, anche se queste hanno l'ordine di non
svelare nulla del piano del vescovo, dato che la riunione dovrebbe
rimanere riservata. Altrimenti le tracce dei briganti dovrebbero portare fino
al guado, dove i briganti si sono già nascosti.
Il fulcro dell'avventura dovrebbe essere quando il vescovo raggiunge il
guado e lo attraversa, e a quel punto i briganti dovrebbero uscire da davanti
e dietro accerchiandolo e attaccandolo, gridando cose come 'per Castel
d'Imola' o 'viva l'indipendenza'. La prima azione di Gandolfo sarà usare l'anello
per travolgere e sommergere il grosso delle guardie di Mainardino.
Idealmente i personaggi dovrebbero essere lì, o arrivare in quel momento,
per partecipare allo scontro, o se sono stati furbi
e hanno scoperto cosa succederà anticiparlo.
Il guado delle Lastre è un guado nella zona delle Lastre, appena a sud della
città. Sulle rive ci sono alcuni boschetti atti all'agguato. Mainardino viaggia
in incognito, avvolto da un tabarro nero con cappuccio. Lo accompagnano
venti guardie, vestite in abiti umili, più il suo fido capitano delle guardie,
questo abbastanza corazzato e vistoso. La banda dei briganti è invece
composta da dieci sgherri sul lato del fiume di Castel d'Imola e dieci sul lato
opposto. Se l'utilizzo dell'anello andasse in porto, dieci o quindici guardie verrebbero
travolte e parzialmente affogate o comunque caderebbero dal guado all'acqua più alta,
e sarebbero fuori comattimento e facile preda dei briganti. Se invece i personaggi
riusciranno a impedire l'utilizzo dell'anello, le guardie e il capitano, meglio equipaggiati
e addestrati, non faranno fatica a sconfiggere i briganti, con o senza l'aiuto dei personaggi.